ERUZIONE DEL VULCANO ALLE CANARIE- TRA CONSIDERAZIONI GIURIDICHE E AMBIENTALI

Il vulcano di Las Palmas “Cumbre Vieja”, situato nelle isole più giovani dell’arcipelago, ha iniziato a eruttare da questa domenica dopo 50 anni dalla sua ultima eruzione, precisamente nel 1971. Tutto questo tempo era rimasto inattivo, fino a quando nel 2017 si é riattivato con diversi terremoti che si sono rafforzati a partire dall’ 11 settembre 2021.
Secondo l’Istituto Geografico Nazionale Spagnolo, sono stati registrati quasi 7.000 terremoti, prima dell’eruzione vera e propria di piccole entità ed intensità fino alla mattina di domenica, ed é per questo che gli scienziati già consideravano prevedibile una possibile eruzione.
Secondo gli studiosi la eruzione potrebbe durare settimane, anche mesi.
Gli esperti dicono che la nube di gas liberata dal vulcano non é pericolosa per la salute, può però peggiorare la qualitá dell’aria, gli stessi considerano che la nube di cenere e anidride solforica che espelle il vulcano abbia raggiunto la provincia di Alicante giá da ieri a causa delle correnti di vento di questi giorni.
Le enormi e inarrestabili colate di lava del vulcano di Las Palmas, che si aprono verso il mare, lasciano al loro passaggio un sentiero di distruzione. Ma al di là degli ingenti costi materiali e del rischio evidente per le popolazioni colpite, le eruzioni vulcaniche hanno anche conseguenze climatiche e ambientali di cui vorremmo fare un breve accenno.
Se applichiamo la logica, si potrebbe pensare che l’espulsione di grandi quantità di magma dalla crosta terrestre potrebbe tradursi in un improvviso aumento delle temperature. Ma la realtà è un po’ più complessa. Se è vero che i vulcani espellono nell’atmosfera gas a effetto serra, come il CO2, si dovrebbe ricordare che rilasciano anche altri tipi di gas il cui effetto è opposto. Quindi, i gas rilasciati dall’eruzione al contrario di quanto si potrebbe pensare provocano un clima piú freddo creando un abbassamento delle temperature.

Analizzato il lato storico e medio ambientale con rispetto all’eruzione del vulcano, non possiamo non fare un breve accenno giuridico rispetto ai danni causati dallo stesso.
Conformemente agli articoli 1 (a) e 2.1(d) del regio decreto spagnolo 300/2004, del 20 febbraio, che approva il regolamento sull’assicurazione contro i rischi straordinari, un’eruzione vulcanica è considerata un «rischio straordinario» coperto dal consorzio di compensazione assicurativa spagnolo(CCS).
Nato originariamente nel 1941 per far fronte alle perdite causate dalla guerra civile spagnola, come un modello originale che combina l’intervento pubblico e privato nella copertura di taluni rischi, il CCS rappresenta la massima espressione di un’assicurazione contro i rischi generati da catastrofi, in virtù della quale viene creato un fondo comune solidale, alimentato da maggiorazioni obbligatorie per molte polizze assicurative pagate in Spagna.
Tale fondo è gestito dal CCS, un assicuratore pubblico che sostituisce quello privato e risarcisce in base alle clausole della polizza stipulata dalla parte lesa (Pertanto, per poter rivendicare il Consorzio, la parte lesa deve disporre di una polizza vigente che copra il sinistro; da qui l’importanza di avere un’assicurazione, soprattutto se si vive in una zona sismica o vulcanica).
Nel corso della sua storia, il CCS ha coperto, tra l’altro, danni causati da grandi incendi (come quelli di Santander nel 1941 o Ferrol nel 1944), terremoti (come quello di Lorca nel 2011), gocce fredde (come quello del 2018 nel Levante) o attentati terroristici (come quelli di Barcellona nel 2017).
Naturalmente, i danni causati dall’eruzione del vulcano di Las Palmas (compresi gli incendi forestali che ne derivano) saranno curati da questo ente pubblico, inedito in Europa.
Le eruzioni vulcaniche sono spesso considerate eventi di «forza maggiore» (ex art. 1105 Codice Civile Spagnolo) in numerose polizze spagnole. Come è frequente la loro inclusione nel casistico catalogo di «Acts of God» (letteralmente «Atti Divini») delle polizze anglosassoni.
Il substrato comune di entrambi i concetti è il fatto che ci sono eventi naturali («natural hazards») incontrollabili, inevitabili e irresistibili per l’uomo («beyond or outside human control»), e si sintetizza nel classico brocardo «Maior casus est, cui humana infirmitas resistere non potest».
Quindi, la cosa rilevante per considerare un fatto come «forza maggiore» è che sia straordinaria, irresistibile o inevitabile, non tanto imprevedibile.
In questo senso, l’eruzione del vulcano di Las Palmas era prevedibile grazie al monitoraggio costante (da parte dell’Istituto Geologico e Minerario di Spagna -IGME- e dell’Istituto Volcanologico di Spagna -INVOLCAN-) dai cosiddetti segnali di allarme (come le emissioni di Elio3 o il cosiddetto «sciame sismico» che annunciava l’eruzione ).
Nel caso del vulcano di Las Palmas non si possono fare rimproveri a coloro che monitoravano l’attivitá del vulcano, ma in ogni caso si potrebbero fare rimproveri a coloro che permettono di urbanizzare in zone ad alto rischio vulcanico. Rimprovero che, ovviamente, se portato all’estremo, comporterebbe lo spopolamento, tra l’altro, delle Canarie, della Sicilia e di tante altre zone vulcaniche.
Per riassumere, se geologicamente puó considerarsi una imprudenza da manuale. Giuridicamente no. Questo è il paradosso. Tutto è considerato legale.
La causa fisica del danno sarà un evento naturale di forza maggiore, ma la causa giuridica è sicuramente l’imprudenza o la stupidità umana. Perché anche se l’eruzione del vulcano è irresistibile, vivere sotto di esso è chiaramente evitabile. L’eruzione sarà quindi l’evento che ha provocato il danno, ma non la causa.
All’interno della catena causale di eventi, alla ricerca di un responsabile, non si può tornare alla causa fisica (eruzione) quando in mezzo si frappone, come causa giuridica efficiente, una negligenza perfettamente umana e legale (vivere sotto il vulcano).
La stessa stupidità o negligenza umana causata dal Cambiamento Climatico, saturando la nostra atmosfera di gas a effetto serra, e cercando di mascherarlo con aerosol.
Molti geologi hanno proposto di applicare, nella lotta contro il riscaldamento globale, la soluzione che ha mostrato in passato il Monte Pinatubo nel 1992, e che oggi sta ricreando il vulcano di Las Palmas, vale a dire: iniettare tonnellate di spray Biossido di Zolfo (Sox) nell’atmosfera, per ricreare una nube vulcanica che modificherá l’energia solare nello spazio, riducendo la luminosità del pianeta («global dimming») e raffreddando (inquinando nel contempo) l’aria che respiriamo.
Se per combattere i gas serra bisogna «creare» uno scudo o un ombrello di inquinamento (via aerosol) allora siamo irrimediabilmente persi.
Ma la verità è che gli aerosol possono raffreddare il pianeta per alcuni anni, fino alla loro rapida rimozione smascherando più velocemente il surriscaldamento globale sottostante, di origine nettamente antropogenica.
E non mancano teorie che suggeriscono che lo scioglimento provocato da quel riscaldamento globale provocherebbe, a sua volta, maggiore attività vulcanica. La veritá é che noi umani stiamo effettivamente interferendo nei processi climatici naturali, quindi non possiamo che incolpare semplicemente noi stessi essendo nostra ogni responsabilità, per azione o omissione, nel cambiamento climatico.
Per questo la solidarietà reciproca del Consorzio di Compensazione assicurativa spagnolo sarà più necessaria che mai. E le tasse ancora piú alte in futuro.
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